Olio di palma, cocco!

La nocività dell'olio di palma è nota e da tempo la rete informa e battaglia contro un ingrediente sicuramente economico, malefico e con molte esternalità negative, quali sfruttamento minorile, deforestazione, stragi faunistiche (oranghi, tigri, rinoceronti, orsi, elefanti, leopardi...). Il mio rancore, che vomita queste frasi, nasce dal constatare che come sempre, se non si deve essere complottisti, si può parlare di negligenza: tu, riccastro industriale, per evitare di usare burro, panna, olio d'oliva o di semi mi spingi dentro infarto, diabete e forse cancro, imboccandomi con qualcosa di disgustoso. Infatti, viene anche sacrificato il gusto, come quando tra alcuni "appassionati" abbiamo cominciato a osservare che nutella, kinder etc erano meno buoni: stavamo, stavano già avvelenandoci.
Se fai un giro approfondito al super, leggendo etichette di prodotti dolciari, da forno e quant'altro, ti accorgi che per evitare olio di palma, colza, cocco, palmisti(?) e schifezze varie ti restano una o due marche, costose, impraticabili. Ma come fanno tutti i grossi brand a fare i santi, enumerando altre porcherie che non usano più, mentre ci allungano robaccia? Non si salva nessuno, Ferrero, Barilla, Bauli, Parmalat, Nestlé, Algida, Colussi, Coop, Kraft, Saiwa, Loacker persino nelle linee per bambini, senza dimenticare i segmenti "pregiati" e salutisti tipo Bahlsen, Bindi, Misura, Valsoia e Galbusera. Meglio poi sorvolare sull'olio di palma "proveniente da fonte gestita in maniera sostenibile", un po' come se si dicesse che Milano avrebbe uno smog biologico o_O
Perdo più tempo e soldi, ma sto evitando quegli intrugli. Penso che se avessi altre bocche da sfamare, non potrei farlo. Ma non finanzio, se posso lo dico in giro e, last not least, provo piacere nel mangiare e nel digerire. Che schifo, però, fanno veramente schifo. E nessuna lacrima per Pietro e Michele Ferrero.

Nessun commento:

Posta un commento