La "sinistra" senza Gandhi

Di tutte le bastardate compiute dall'amministrzione Moratti-De Corato, quella che meno mi è andata giù è stata la chiusura a suon di manganelli del liceo Gandhi. E mi duole maggiormente perché Pisapia non lo ha riaperto. 20 classi, quattro licei, 80 studenti: pochi? Ma il Gandhi era già in smantellamento e le classi erano in sterminio da tempo.
Hai un'istituzione culturale, sociale e scolastica da 50 anni e cosa ne fai? La chiudi - e se non sta bene a qualcuno giù botte. L'articolo di neuroniattivi collegato al link sopra è lucido e doloroso. Dopo la cacciata di Boeri, per me meritata e me ne convinco di più ogni volta che vedo il suo beffardo bosco verticale, speravo che il nuovo assessore alla Cultura annunciasse un vero dono che desse realmente ricchezza culturale alla città: la riapertura del Gandhi, senza indugi. Lo speravo ancora di più sapendo che era il Presidente delle Scuole Civiche. Ma niente.
Rispetto al Del Corno, mio coetaneo, sono uscito dal Beccaria con il (quasi) minimo dei voti. Non ho studiato musica e pur adorando il suono, mi chiedo se abbia senso che una città come Milano, che si vuole "avanti", pomposa sull'Expù, non abbia un liceo serale scientifico, classico e di scienze umane. Molti precari, disoccupati, immigrati, passerebbero ben volentieri le serate a scuola, per crescere, per imparare, per accedere all'Università, per avere un lavoro migliore. Senza scomodare Dewey e compagnia insegnante, una società senza scuole per tutti è destinata ad abbruttire e Milano, ora, è brutta come non mai. 

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