Eredi della Resistenza

CIAO SANDRA!
Oggi è scomparsa la partigiana Onorina Brambilla, nome di battaglia Sandra, moglie di Giovanni Pesce. 
Ma che ne è e chi raccoglie veramente l'eredità di chi lottando a costo della vita, ha permesso che il nostro paese si liberasse dal nazifascismo, facendo germogliare l'Italia repubblicana con un parlamento democraticamente eletto?
Le partigiane e i partigiani erano eterogenei: cattolici, liberali, socialisti, azionisti, comunisti, anarchici, monarchici... Chi, portando avanti queste idee nell'odierno, mantiene il ricordo che porta alla passione della lotta come la intrapresero le protagoniste, gli autori della Resistenza?
A qualcuno non farà piacere, ma sia Stellina Vecchio, "Lalla", scomparsa poco tempo fa, che Norina Pesce, erano militanti di Rifondazione Comunista. Non del Pd, non di Sel, non di Idv o del terzo polo. Queste donne rivedevano in chi governa l'ombra del male che combatterono. Un cancro non fronteggiato, ma reso consociativo, alla Berlinguer, da chi invece avrebbe dovuto contrastare il potere mafioso che sembrerebbe alle ultime battute. Sembrerebbe.
Questo blog mi permette un lusso: esprimere ciò che penso, come riconosciuto dalla nostra Costituzione, nata dal sangue dei nostri morti. Per questo non mi sento irrispettoso. Non, almeno, come chi sul piazzale della Camera del Lavoro rideva o chiacchierava mentre veniva celebrato il funerale di Stellina. Impiegati della Cgil uscivano dagli uffici per fumare e incuranti della commozione generale parlavano di banalità, senza pudore, senza vergogna per non aver nemmeno chiesto un permesso sindacale(!) per partecipare a quelle esequie così forti. E pochi, pochissimi erano i giovani presenti. Eppure sono loro i destinatari ideali della Resistenza. Per loro Onorina ha scritto "Il pane bianco". Le lotte dei partigiani avevano lo sguardo rivolto al futuro.
"Quando nascerà il bambino non ci sarà più il fascismo", disse Gina Bianchi a Stellina, mentre pedavalano verso la Liberazione, poco prima che Lia perisse, col suo nascituro, sotto una mitragliata di nazisti in fuga. 
Al funerale di Stellina, finita la cerimonia, una delle sue nipoti non voleva più andarsene. Guardava il feretro e tra due scie di lacrime si passava il pollice sulle labbra, con dolcezza, come a mandare gli ultimi baci a una donna coraggiosa, indimenticabile. Gli occhi fissi, brillanti, testimoniavano un amore potente per chi ha avuto tantissimo da insegnare, ne sono certo.
L'eredità della Resistenza consiste nel non fuggire ma andare contro chi calpesta l'amore per il proprio paese, è l'odio verso il fascismo, con ogni mezzo necessario, è la libertà e di ribellarsi a chi semina morte. E' il coraggio contro la vigliaccheria, ieri degli ufficiali del Regio Esercito, oggi del malaffare, dei politici prostituiti alle mafie, tanto da formare vere cosche di partito. Di recente il giudice Ingroia è stato messo in croce per essersi definito "partigiano della Costituzione": era al congresso di un partito che si vuole comunista, ma la parola "partigiano" non è andata giù a chi la sente come una minaccia, chi, cioè, quell'eredità la calpesta quotidianamente.
Certo, la Resistenza non fu tutta luce, come testimoniato dai romanzi di Fenoglio (Pasolini perse il fratello in una vendetta tra formazioni avverse) né ai vertici piaceva la parola partigiano. Ma quel termine vinse, come vinsero i partigiani, pur in inferiorità numerica e di armi. Quella stessa gioia di lottare, che splende nel dolce sorriso di Norina non va tradita. Non è una mera questione celebrativa: è in gioco l'esistenza dignitosa del nostro paese.

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