Amsa da buttare

Con Pisapia è giunta una nuova dirigente dell'Amsa, l'ente che a Milano si occupa di rifiuti, parchi e giardini, neve, pulizia di strade, tombini e dello Stadio, disinfestazione dalle zanzare. Tali insetti abbondano grazie all'inerzia di Moratti, la quale bene è stata ripagata con la bocciatura delle sue nomine ai vertici Amsa, compreso quel Maurizio Cadeo buono a intascare centinaia di migliaia di euro dal Comune (e forse anche dagli amici degli amici). Guardando all'attualità, la situazione è tragica. Milano è al 34% di raccolta differenziata, secondo Legambiente, mentre la Lombardia è al 48%. Le giunte di destra hanno impoverito la città anche in quello: secondo la provincia Milano nel 2000 la raccolta era al 31% (sperando in dati non fittizi). Capita di vedere mezzi dell'Amsa che compattano insieme rifiuti differenziati, specie nei comuni dell'hinterland dove l'Azienda ritira l'immondizia (Settimo, Trezzano, Novate, Bresso, Segrate, Pero e la mefitica Milano3). Anche nella spazzatura di strade e marciapiedi si possono spesso vedere operatori frantumare bottiglie di vetro o raccogliere insieme di tutto. Con questo non voglio certo attaccare i lavoratori, che a contatto con elementi nocivi ammalano facilmente. Gli ultimi, vecchissimi dati, risalenti al 1970, parlano di un solo 5% di "spazzini" che arrivavano alla pensione. Gli altri morivano prima. Diversi operatori sono in disagio (alcolismo in primis) e l'Amsa non si è curata di offrire un vero supporto ai propri dipendenti, assumendo assistenti sociali interinali, quindi personale senza voce in capitolo perché ricattabile con la perdita del posto di lavoro. Ma la responsabilità è di chi dirige l'azienda, di chi controlla, di chi ha fatto scelte infelici come abbandonare la raccolta dell'umido, come spedire i camion dell'Amsa dritti in bocca alle ecomafie o come buttare in un inceneritore (a Figino, quando c'erano i sacchi blu) per una settimana solo plastica - che bruciando diventa diossina, con buona pace dei bambini di Figino, più soggetti rispetto ad altre zone a malattie respiratorie.
Ferrovie e Politecnico hanno impiegato anni per dotarsi di contenitori e sacchetti differenziati, ma questi dovrebbero essere ovunque. E poi, resta sempre il dubbio che dall'incaricato alla rotazione dei sacchi fino alla destinazione ultima, quei rifiuti restino differenziati.
Dopo gli obbrobri alla Albertini (le sottodivisioni Amsa 2 e Amsa 3 per dribblare i diritti dei lavoratori) e alla Moratti (al momento l'azienda è una...srl!), ora si parla di un ritorno alla municipalizzazione anche di questa società; sarebbe auspicabile che i grandi enti che fanno vivere la città siano completamente e fattivamente nelle mani del Comune. Come ricordava Presa Diretta, nel 1995 anche Milano visse un'emergenza simile a quella di Napoli; il rifiutologo (per sua stessa definizione) Fortunato Gallico, dirigente di Amsa, fece salire la raccolta differenziata dall'11 al 35% in due settimane. Ora che nella discarica dei sindaci, a Formentini ed Albertina s'è aggiunta Moratti, non è impossibile attuare progetti innovativi ed efficaci. Sonia Cantoni pensa già a reintrodurre l'umido. Bene. Che si abbandonino gli inceneritori, che si guardi alle esperienze già percorse in Emilia, Toscana ed Umbria, come la riduzione dei rifiuti alla fonte. Io cittadino posso essere invitato, educato, invogliato a fare la mia parte. Se trovo, per esempio, fontanelle di acqua naturale e frizzante nelle città, detersivi e latte alla spina nei punti vendita, imballaggi ridotti, so che già prima qualcosa è stato fatto e io posso dare il mio contributo. Credo che anche questo sia democrazia, se è un concetto e un modus vivendi in cui si possa ancora credere...

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