Tangenziale Craxi

Oggi è l'anniversario della nascita di Paolo Borsellino, risalente al 1940. Se si scrive il suo nome nel sito "Tuttocittà", indicando come città Milano, la maschera di ricerca richiede di selezionare l'indirizzo corretto, mentre ricorda le vie a lui intitolate nell'hinterland milanese: a Opera, Vimodrone e Novate Milanese (in quest'ultima la dedica comprende anche l'amico Giovanni Falcone). Milano Gomorra! Se la memoria che passa dal dedicare strade ed edifici ai nemici della mafia rode ai mafiosi stessi, vale anche l'inverso: intitolare vie e piazze ai grandi criminali ha un forte valore di approvazione per i maxidelinquenti ancora in vita. B. pianse come un lattante ai funerali di Craxi. Era immedesimazione: il grande criminale di Arcore non vorrebbe certo, per via di condanne a decine di anni di reclusione, dover riparare all'estero, come invece poco tempo fa gli ha suggerito - provocatoriamente - De Magistris. Queste riabilitazioni sono simboliche e, come tali, potenti. Il tempo passa, parce sepulto, oggi definito vittima del sistema da, guarda caso, un amico degli amici, dal ghigno crudele e foriero di sventure (altrui), quel Renato Schifani che il vulcanico Salvatore Borsellino non vuole più vedere alle commemorazioni in via D'Amelio.
Il sito del Tuttocittà è un po' più intelligente della Moratti: se si scrive come città "Milano" e nel riquadro della via "Craxi", lui subito corregge indicando via Lorenzo di Credi, pittore rinascimentale, non un politico corrotto - capace di far più che raddoppiare il debito pubblico.

«Ricordo l'incontro con la vedova di Pio La Torre, guardinga. Mi spiegò che eravamo vittime non di "segreti di Stato", ma di "delitti di Stato"»                                                                            Rosaria Schifani

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