violenza contro i servizi sociali

Stasera in trattoria c'era un tizio che ha accoltellato un mio collega tempo fa. Era bello tranquillo a scolarsi mezzo litro di rosso; io ero sereno, a mangiare c'era anche una guardia giurata. Armata.
Giorni fa ci siamo trovati alla porta del dormitorio il dj, il basco impazzito che picchiava la gente per strada, lo abbiamo mandato via con molta cortesia. Sere dopo un rifugiato ha preso a catenate un altro collega e per fortuna anche stavolta non è andata malissimo. Per fortuna e perché il collega lavora da parecchio nei dormitori.
Le aggressioni agli operatori sociali sono numerose e il disfacimento del paese ne è la prima causa. Non fanno notizia, spesso, ma le condizioni di lavoro e di aiuto sono al limite della sopravvivenza ed è normale che chi è deputato a dare un aiuto si veda bersaglio del malessere diffuso. Le notizie del collage sono di quest'anno, gli ordini professionali lanciano gli allarmi ma a seguire le segnalazioni ad esempio di Vittorio Zanon (un cyber-assistente sociale :) le violenze proseguono. Così l'interrogazione di Piazzoni e Zampa (Pd) è stata buona ma probabilmente le priorità di governo sono altre (tipo, fare le valigie).
Quando mi minacciano mi viene da ridere, tante ne ho sentite, ma è un riso amaro. Gli assistenti sociali si sono visti puntare addosso pugni, calci, benzina, coltelli, machete e pistole. Prima che ci si decida a far uscire dal coma il welfare e a dare più sicurezza a chi lavora in trincea, ci deve scappare il morto?

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