Carogne razziste

Quando accomunavo Casapound alla Lega quali fautori di razzismo legalizzato, non pensavo di vederli in piazza insieme. Oggi è successo, in Duomo - e ne sono agghiacciato o.O
Dopo aver partecipato al corteo antirazzista, colorato, festoso, ho dato un'occhiata ai "nemici", anche perché arrivavano voci della presenza massiccia, nazionale, del movimento che si rifa a un poeta che voleva saperne anche di economia(!).
Il Duomo non era stracolmo, c'era molta più gente a vedere Elio a Capodanno, tanto per fare un esempio. Inoltre la piazza era gremita di mummie. Se posso dirlo, il popolo leghista appare un centro Alzheimer in gita. Invece il corteo "anti" era quasi assolutamente composto da giovani. Per trovarne in Duomo bisognava guardare alla "liga veneta", ala dura, che infatti ascoltando i vari capipopolo aveva un'aria delusa. Bandiere via via arrotolate, la sensazione era che i capoccia sul palco non avessero in mente alcuna secessione. Per forza, e poi chi glieli dà quegli stipendi d'oro, con la possibilità di pattuire con le 'ndrine sui grandi appalti? La liga poi pareva schifata proprio dalla presenza delle pantegane fasciste, piazzate davanti alla Galleria, mentre i veneti s'erano rintanati a bordo piazza. 
Dal palco ha parlato Salvini, con lo stile di un piazzista di aspirapolveri. Ha avuto elogi per i disabili presenti, per forza, se è vero che fino alla terza elementare, come si vocifera, il cattivo Matteo ha avuto bisogno dell'insegnante di sostegno. C'è stato pure l'intervento del rottame Bossi, che quando parla pare l'ispettore Kemp di "Frankenstein Junior". Solo che per puro pietismo, invece di rispondergli con un "EH?!?!?" collettivo, lo si applaude, anche se magari ha detto "Mi puzzano le ascelle".
Il migliaio di fasci in piazza erano inquietanti. Da tutta Italia, con i loro slogan deliranti, come quello sull'autarchia. Giovani, per lo più piazzati, delusi a loro volta perché è gente impotente, con orgasmi da picchiatori che oggi è rimasta a cuccia. Saluti romani a nastro, in barba alla legge e a tenerli d'occhio molta meno polizia che per gli "anti". Che poi come si fa a dire "Prima gli italiani", quando il vicepresidente di Casapound, Di Stefano, parla un italiano stentato, orfano di congiuntivi, molto coatto? Più che un politicante, pare un pitbull buono a strappare bandiere. Stop.
Immancabile il figuro in foto, tutto festante per l'inedito braccetto tra neri e verdi. Oddio il Borghezio è ormai un vecchio obeso che, se mangerà il panettone, non arriverà certo ai 70, ma la cosa inquietante non è che abbia due, dico due, poliziotti di scorta (come il tizio dall'aria assonnata, primo da destra): lo scandalo è questo suo gongolare all'odio razziale, quest'aria di sodalizio su temi dal sapore nazista. Gli ominidi fascisti sono braccia (di testa sembrano più un'associazione di borderline) pronte alla violenza squadrista e infatti, c'erano alcuni stranieri ai bordi della piazza che ascoltavano il comizio con terrore: "stop all'invasione" per me è un'istigazione imperdonabile, demente. La legittimazione odierna è nefasta e se mai dovesse portare a sangue, i capi della Lega dovranno risponderne.
Il sentimento di mero orrore avuto dai ratti di destra mi si è smorzato tornando a casa, ogni volta che incontravo uno straniero. Mentre mi spintonava per salire sul tram, o mi chiedeva dov'è Paolo Sarpi o, sempre un'orientale ma in inglese, dov'è Mac Mahon, o era qualche bambino al seguito di mamme velate e latine, chiassoso ma vivo, vivissimo. Se Milano non è neramente vomitevole, se ancora vale la pena di viverci, è proprio perché oggi è ricca di colori, di pelli di ogni parte del mondo. Milano è meticcia e mi auguro che per chi vuole il contrario, qui non ci sia né spazio né futuro.