Senso versus sensazionalismo

Martedì sera Italia 1 ha trasmesso "Blog notes - La povertà come malattia". In qualche frammento della puntata c'ero anch'io e così, quando ogni tanto finisco invischiato in qualche media, mi prendo la rivincita qui. 
Che si tratti di carta stampata o elettronica, mi colpisce sempre scorgere che il giornalismo cerchi l'emozione forte, arrivando a stravolgere il senso della realtà o a dare per buone quelle immagini che, pur false, sono appetitose per il sensazionalismo. Così, se il significato di parlare di povertà come malattia, presuppone che esista un antidoto al morbo, cercare di far colpo passa un po' sopra le teste di chi viene in qualche modo usato. Non volevo farmi intervistare, ma voglio troppo bene al collega che, a sua volta, era restio a farsi "utilizzare". 
Il fatto però che più però mi rincresce è che mi era stato detto che quel servizio non sarebbe andato in onda. Invece, "Blog notes" era già stato trasmesso all'inizio dell'anno su Tgcom 24 e l'ho scoperto quando ho cercato la puntata in streaming. Be', se uno presta la propria immagine, magari vorrebbe sapere se questa verrà adoperata, e quando... Tanto è vero che, tempo dopo, mi sono rifiutato di parlare con l'inviata di Ballarò.
Riguardandomi in quei brandelli televisivi, mi sembra che, a più di un anno da quelle riprese, rispetto ad allora ormai mi sia rimasta solo la camicia azzurra. Tutto il resto sta svanendo, i retroscena dell'assistenzialismo sono orribili. E i media si accodano a sciacallare...

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