Leggi patologiche

La richiesta di qualche giorno fa della consigliera regionale Baldini, che chiedeva a Pisapia di intervenire sulle possibili malattie infettive legate all'arrivo dei rifugiati, non è purtroppo tanto peregrina. Si vocifera che a Milano si sia registrato un caso di febbre gialla e l'afflusso di profughi potrebbe condurre altro: colera, tubercolosi, vaiolo e la tanto temuta Ebola. Ora non è che io voglia soffiare su terroristici allarmismi né colludere con facili razzismi, di cui peraltro la Baldini è stata campionessa in passato, ma purtroppo i rischi ci sono. Così come è pur vero che non c'è solo da scomodare il comune di Milano, visto che l'autorità sanitaria principe è proprio la Regione, ma soprattutto è il protocollo di Dublino a mettere a repentaglio la nostra salute. Sì perché se i richiedenti asilo non avessero l'obbligo di rivolgersi al paese di ingresso per ottenere tale "status", probabilmente sarebbero incentivati ad essere aiutati, a non nascondersi, mentre il timore di persecuzioni da parte di nemici politici è già un terribile deterrente a lasciarsi curare. Perché, è evidente, soffrire di mali atroci al punto di lasciarsi morire, come accaduto ai due rifugiati morti a Roma settimane fa, non può che derivare dal timore di essere schedati, costretti a rimanere in un paese che la solidarietà si ritrova a fornirla più per necessità che per spirito filantropico. Sembra che il governo non abbia affatto in agenda una revisione del protocollo di Dublino. Ancora una volta, il sospetto è che uno come Renzi non si preoccupi della nostra salute, anzi...

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