Mafia a Settimo? Seguro...

Ora che il killer dell'imprenditore di Settimo Milanese si sarebbe costituito, la vicenda parrebbe risolta: una rapina. Trovo questa notizia al valium poco rassicurante. Si noti che la pena massima per rapina è di 20 anni di reclusione, quella minima per omicidio 21 anni. Ma credo che soprattutto si manchi di rispetto alla moglie dell'assassinato: già un articolo de "Il Giorno" poneva dubbi sull'accaduto, oltre a un analogo pezzo del periodico locale "Settegiorni". Accanto al dolore della donna, certa che la verità è che volevano fargli del male, l'articolista pone dubbi sul movente rispetto all'uso delle due semiautomatiche, alla portata di estrema violenza dell'azione, per altro finita male come rapina.
Può darsi che la vicenda non interessi dinamiche mafiose. Ricordo comunque che nell'incontro tenutosi un anno fa, a Settimo, lo stesso giornale del comune riportava, tra gli altri, l'intervento di Massimo Portanova con un passaggio significativo: anche quando la mafia non uccide, essa continua ad agire con intimidazioni, minacce ed azioni dimostrative contro i beni delle persone minacciate e delle loro famiglie. Laura, la moglie dello scomparso Franco Cangini, nell'articolo di cui sopra dice: «Questo è il risultato. Anni e anni di furti e rapine, di gente che gli ha dato fastidio, lo ha picchiato, lo ha derubato. E noi a far denunce e non abbiamo mai concluso niente... e adesso l’hanno ammazzato
Nell'intervento di apertura dell'incontro, il sindaco vantando attenzione al contrasto di certe logiche, ammetteva intanto subdole e a volte insospettate infiltrazioni mafiose persino nel nostro Comune. Giusto un anno, tre sparatorie, due gambizzazioni e due morti fa.
Vorrei attenzione e vicinanza per la popolazione di Settimo. Ventimila persone, che hanno il diritto di non avere paura della propria città.

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