A Settimo la mafia c'è, eccome

Accanto allo sgomento per un nuovo fatto di sangue a Settimo Milanese, sorprende la dichiarazione del sindaco Sacchi che nega esserci la mafia nel suo comune. Quando un politico (di professione) nega che nel territorio che amministra ci sia la grande criminalità, viene da chiedersi il perché di una simile "miopia". Cosa c'è dietro, paura? O peggio?
Scrivendo "mafia settimo milanese" su Google si ottengono molti risultati da giornali, blog e associazioni del territorio. Perché la parola magica è proprio quella: territorio. Controllarlo significa avere in mano lavori pubblici, spaccio, pizzo. Non si spiegherebbero altrimenti, oltre ai fatti cruenti di cronaca, gli strani furti che colpiscono da circa 4 anni le zone industriali di Settimo, convincendo chi può a pagare società di vigilanza privata, che spesso sono poi la faccia legale del pizzo. 
L'hinterland in cui si trova Settimo e la contiguità con zone come Baggio (che Sacchi cita come fosse "altro" dal suo comune) già danno molte luci sull'operato delle 'ndrine da quelle parti. Il sindaco fa finta di non vedere che c'è persino una pizzeria/palazzina che è un fortino di quella gentaglia. In pieno centro, a Settimo, ridente cittadina con le sue belle zone "30" a pavimentazione costosa, rotonde e rotondine, amministrato da una giunta di "sinistra" che, ancora una volta, preferisce non vedere, non sapere, non rischiare.

La pioggia cadeva frenetica su un silenzio letale, in un capannone dove oggi lavoravano divise bianche e nere su tracce, attrezzi, il teatro di un omicidio. Il buio è arrivato presto. Paura, fretta e un gelo terribile. A Settimo Milanese, provincia di Reggio Calabria.

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